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Tappa 18 – Puerto Natales – Villa Tehuelches

Tot Km                                                 147,79 Km

Tempo di Pedalata effettivo            08.09.15

Velocità Media                                   18,10 Km/h

Dislivello                                              1255 m

Distanza Percorsi salita                     55,18 Km

Altitudine massima                            381

Pendenza Media                                2%

Pendenza Massima                           7%

Il Cile dal punto di vista meteorologico sembra ci dica male.

Alla partenza dall’ostello, dopo la foto di gruppo con quell’angelo di signora che ci ha sopportato per due giorni, ci rallegravamo dello splendido cielo e della temperature tutto sommato piacevole vista l’ora e soprattutto la latitudine

Ovviamente visto che il vento doveva essere più o meno a favore era appena una bava.

Appena usciti dal paese incontriamo sul lato delle strada l’ennesimo altarino dedicato alla Defunta Correa questa volta però impressiona la quantità di bottiglie lasciate come voto.Anche Lele decide di lasciarne una delle sue

 

“La leggenda racconta che nel 1840 il marito di Deolinda Correa fu arruolato contro la sua volontá dalle truppe di Facundo Quiroga, nella guerra tra federados e unitarios. Deolinda disperata raccolse pochi viveri, un po’ d’acqua e si mise a seguire le orme dei militari nella zona desertica di San Juan, portando con se suo figlio neonato. Sorpresa dal caldo e dalla sete si coricó sotto un albero aspettando la sua sorte infame. Il giorno dopo due uomini trovarono il cadavere di Deolinda sotto lo stesso albero, ma il miracolo era avvenuto: il neonato era sopravvissuto nutrendosi dal seno della madre morta. Per questo é tradizione lasciare bottiglie d’acqua alla Difunta Correa.”

La giornata prosegue senza particolari problemi , il percorso è un susseguirsi di  saliscendi addirittura piacevoli che affrontati con decisione permettono di fare quasi di slancio il tratti in salita e portano a mantenere un’andatura decisamente vivace

Tutto fila liscio fino alla pausa pranzo, quando riprendiamo a pedalare il cielo comincia a rannuvolarsi minacciosamente

E in breve siamo obbligati a vestirci con l’abbigliamento da pioggia.

Non sappiamo bene dove passeremo la notte, dobbiamo fare 250 km in due tappe quindi quello che non pedaliamo il primo giorno ci tocca il secondo, c’è la possibilità molto concreta di dover piantare la tenda, abbiamo comunque viveri e acqua di scorta.

A metà  pomeriggio arriviamo a Morro Chico ,abbiamo più   o meno 100 km nelle gambe e abbastanza acqua nelle ossa

Dovrebbe esserci da dormire presso un’hosteria.In realtà il posto è molto modesto, ci sono solo due camere da 2 posti letto ciascuna e ,magari, un divano.Gli altri dovrebbero sistemarsi in una specie di tendone con materassino e sacco a pelo.

12 km più avanti – e un paio all’interno – c’è un’estancia, ma non sappiamo se è aperta ,e se c’è posto

Che fare? qualcuno si ferma qui e gli altri vanno alla estancia? E se non c’è posto? Tornano indietro?discutiamo un po e alla fine decidiamo di proseguire tutti insieme

Arriviamo all’indicazione dell’estancia, Davide si avventura all’interno sullo sterrato e in breve torna con le notizie: solo tre posti e relativamente cari

Inizialmente Carla Greg e Alessio, alla rinuncia del resto del gruppo , sembravano intenzionati a fermarsi per poi rinunciare anche loro e decidere di provare a raggiungere Villa Tehuelches tutti insieme.

Ci rimettiamo in strada, se non altro ha smesso di piovere, e la luce qui, non manca fin quasi alle 10 di sera

Troviamo tratti di vento laterale e contrario e ripartono i soliti “ventagli” con la solita formazione poi fortunatamente la strada gira un po e Il vento e qualche bel discesone ci danno una mano a raggiungere Villa Tehuelches

Sono quasi le 21:00  quando arriviamo in paese che sembra una base militare americana in mezzo al nulla

Troviamo alloggio in una casa che dire kitsch è dir poco, ma considerato che eravamo molto vicini a dover campeggiare siamo  felicissimi

Ceniamo al volo,  nell’unico posto disponibile con una zuppa calda ,un sandwich e una cioccolata calda prima ancora di farci la doccia e belli cotti da acqua freddo e stanchezza ce ne andiamo a nanna con quasi 150 km nelle gambe con la promessa – mantenuta  – da parte  delle proprietaria della casa , di una ricca colazione la mattina seguente

Tappa 17 – Tapi Aike – Chile Puerto Natales

Tot Km                                                 115,13 Km

Tempo di Pedalata effettivo            07.37.07

Velocità Media                                   15,10 Km/h

Dislivello                                              1028 m

Distanza Percorsi salita                     37,14 Km

Altitudine massima                            533

Pendenza Media                                2%

Pendenza Massima                           9%

Partenza lunga tra una cosa e l’altra alle 9:00, ma non per tutti.

Renato e Lele partono di buon ora : Lele tra l’altro ha dormito con il sacco a pelo direttamente per terra, avendo perso nella tappa del giorno precedente il suo materassino per strada

Facciamo i primi 15 km in totale controvento, Davide ed io avanti in doppia fila a tirare

Poi il vento cala un po gira ed il cielo già nuvoloso da inizia mattina si fa più minaccioso.cadono le prime goccie prima isolate poi più decise.ci fermiamo e ci bardiamo per la pioggia

Riprendiamo a pedalare e comincia a piovere per benino

Arrivati al bivio con lo sterrato che ci porterà al confine con il Cile siamo già belli zuppi

Al posto di Dogana Argentino di Chancia Carrera ritroviamo le ragazze che la sera prima non avevano trovato un posto dove dormire e si erano dovute accontentare di alcuni locali sporchi e freddi messi a disposizione delle guardie dopo qualche titubanza.Sono li anche Renato e Lele e le guardie a, al nostro arrivo, ci chiedono nemmeno troppo tra le righe di togliere il disturbo quanto prima.

Ripartiamo tutti insieme verso il confine: entriamo nella Patagonia Cilena e sembra un altro mondo! È tutto più verde , anche lo sterrato è diverso meno ghiaioso , con terra più scura che , bagnata si impasta per benino sulle nostre gomme

Passato il confine, sbrigate le formalità burocratiche ci fermiamo a riprenderci in un caldo e fornitissimo bar/ristorante , il primo in tera cilena.Carissimo!ma dopo due giorni a biscoti cracker e dolcetti ci sembrava un miraggio!

Facciamo il punto : la nostra destinazione per la giornata Torres del Paine sembra essere decisamente più distante di quanto previsto quindi deidiamo di dirigerci a Puerto natales e da lì eventualmente domani giocarci il day off per andare al parco nazionale con il bus

Ma anche Puerto natales non è vicinissimo : almeno 60 km…e non ha ancora smesso di piovere da stamattina!

Ripartiamo sotto li pioggia e , fortunatamente con il vento a favore percorriamo abbastanza agevolmente la distanza e arriviamo a destino senza grosse difficoltà salvo essere tutti bagnati fradici e mezzi morti di freddo avendo pedalato sotto un’acqua non fortissima ma praticamente incessante a 6 °C

Ci sistemiamo in una specie di ostello a cnduzione familiare, molto modesto ma gestito da una signora gentilissima e paziente che ci accudidesce come meglio può e ci lava pure tutta l a roba sporca e fradicia

Domani quindi 3° giorno off con , per chi vorrà , spostamento di 120 km x  in bus 2 ore abbondanti , andata e ritorno  per visita al parco nazionale Torres del Paine

Io passo…pisolo, magno sbevazzo…in ostello c’è pure – inaspettatamente -  internet con il wifi , pirleggio per il paese e mi riposo,faccio rifornimento di viveri per i prossimi due giorni che passeremo ancora nel niente fino ad arrivare a Punta Arenas e traghettare verso la Tierra del Fuego

Tappa 16 – El Cherrito – Tapi Aike

Tot Km                                                 67,98 Km

Tempo di Pedalata effettivo            05.35.38

Velocità Media                                   12,10 Km/h

Dislivello                                              666 m

Distanza Percorsi salita                     21,38 Km

Altitudine massima                            580

Pendenza Media                                3%

Pendenza Massima                           10%

Partenza scaglionata di prima mattina.Appena fuori dal “Puesto Fijo” c’è lo sterrato lo imbocchiamo e ci diamo dentro visto che per il momento io vento ci grazia

Dopo una 20ina di km troviamo un posto di polizia , sperduto nel niente dove Rita e l’mmancabile Lele sono riusciti a scroccare un supplemento di colazione ad un , in verità gentilissimo e disponibilissimo XXX che già in passato ha ospitato ciclisti affamati e che avrebbe fatto lo stesso con noi se gle lo avessimo chiesto e soprattutto se lo avessimo saputo ci mostra foto dei suoi numerosi ospiti e della situazione in cui si trova in inverno.Lui, a differenza del custode  Claudio che si alterna a colleghi ogni 15 gg, passa qui da solo tutto il santo anno, e ci racconta  visto che  siamo abbastanza vicino ai confine con il Cile deve pattugliare la zona per evitare sconfinamenti e furti di bestiame

Facciamo una foto tutti insieme e promettiamo di spedirgliela per aggiungerla alla sua collezione.

Ripartiamo un po più rinfrancati ma con il vento che comincia a farsi sentire

Arriviamo a destinazione nel primo pomeriggio – addirittura il solito Renato alle 13:00 era già arrivato – e apprendiamo con disappunto che la estancia dove prevedevamo di pernottare – e mangiare! – è chiusa

C’è anche qui un “Puesto Fijo”, ma il custode è tutt’altro che gentile e non ci concede nessun locale o assistenza salvo il permesso di piantare la tenda nel giardinetto più o meno protetto dal vento in prossimità del presidio

Unico punto di ristoro una stazione di servizio con baretto ( parolone!) annesso dove poter prendere almeno un the caldo!

Le ragazze sbroccano!un’altra notte all’addiaccio non la reggono, decidono quindi di chiedere un passaggio fino a Chancia Carrera dove dovrebbe esserci da dormire  ( credevano..)

Attendono solo 5 minuti poi vengono caricate da un pick-up proprio mentre noi ci dirigevamo ancora verso la estancia chiusa per chiedere il permesso, negato,  di poterci accampare in un posto protetto dal vento

Torniamo al “Puesto Fijo” e sistemiamo le tende, poi praticamente occupiamo il baretto della stazione di servizio Passiamo qualche ora a dir cazzate sorseggiando the caldo e mangiando biscotti e panettone obbligando il gestore che abita li di fianco a star li fino all’orario di chiusura , le 20:00

Ceniamo alla buona ognuno nella propria tenda dando fondo alle riserve di viveri e andiamo a dormire veramente presto, d’altra parte non abbiamo proprio alcun alternativa se non 4 chiacchere da una tenda all’altra.

Il vento non cessa e domani ci toccano almeno una 30ina di  km controvento quindi vento per vento decidiamo di aspettare che riapra il baretto alle 8:00 per bere qualcosa di caldo prima di partire