Trasferimento

Pubblicato da il 8 dicembre 2012

Lungo avvicinamento al punto di partenza a La Quiaca : 3 ore di treno fino a Roma 15 di volo per Buenos Aires 2,5 per Jujuy ultime 5 ore di bus
Il tutto con tempi morti apocalittici che portano a quasi 3 i giorni di viaggio per arrivare all’ inizio , in realta’ alla fine , della Ruta 40
Ogni singolo tratto ha avuto i suoi piccoli imprevisti e sorprese

A Roma avevamo bisogno di un facchino per muoverci da un binario all’altro con tutti i bagagli…. Rita dopo averlo pescato in giro per la stazione ha fatto l’errore di dirgli “faccia pure con calma che abbiamo tempo…”
dopo 1,5 ore nn era ancora arrivato e ci siamo arrangiati con un carrellino che avevo portato io

All’aereoporto c’era Pio ,come sempre, ad assisterci nelle operazioni e rifocillarci con un enorme vassoio di paste che siamo riusciti a finire solo pochi minuti prima di imbarcarci

A fine volo per Buenos Aires , 15 ore di sofferenza per le mie gambe in cui ho dormito poco e niente, il comandante ci informa che hanno chiuso temporaneamente lo spazio aereo su Montevideo quindi o giriamo 45 minuti a vuoto in attesa che si riapra o atterriamo a San Paolo…assicura che carburante ne ha a sufficienza per entrambe le soluzioni….emmenomale!!
Alla fine dopo 10 minuti di girotondo si riapre lo spazio e si risolve tutto

Trasferimento facile dall’internazionale all’aereoporto cittadino di B.A. con una navetta ,poi le previste 4 ore di attesa per il volo per Jujuy si trasformano prima in 6 poi in 8 …
L’areoporto e’ un delirio! il giorno prima hanno annullato piu’ di metà voli x problemi tecnici, al check in c’e’ una coda sconfortante e noi nn sappiamo ancora che dobbiamo aspettare 8 ore il ns volo
Arriviamo quindi all’ostello dopo le 21 ,affamati e in coma per volo e fuso orario .
Ceniamo con Parillia patate, insalata e birra e andiamo a nanna

La mattina dobbiamo arrivare al terminal dei bus che dista 2 km dall’ostello e con i bagagli a piedi è impensabile
Chiamiamo due taxi e nonostante siamo parecchio ingombranti riusciamo a caricare tutto su due macchine, da queste parti non si fanno scoraggiare facilmente, diciamo che sono parecchio creativi

Sul bus c’è un varietà di gente notevole con ovvia prevalenza di Boliviani
Lungo il percorso cominciamo a farci un’idea di ciò che vedremo in questa parte dell’Argentina e tutto sommato i quasi 300 km di strada passano in fretta mentre i primi leggeri sintomi dell’altura si fanno sentire

Al Terminal di arrivo troviamo diversi hombres con una sorta di  carretto da spingere a mano che si propongono per portarci i bagagli
Siamo pronti a caricarne due ma il nostro hombre insiste per fare da solo: si scarrozza quasi 140 kg di peso x una kilometrata con un passo che noi stessi senza peso fatichiamo a reggere
In breve ci distanzia e riusciamo a raggiungerlo solo negli ultimi 100 metri dove la strada sale un po’

L’hostello è carino e pulito ,molliamo i bagagli ci guardiamo un po’ intorno – camere ,bagni, cucina, sala comune- e andiamo alla ricerca di qualcosa da mangiare
Sono le 3 del pomeriggio, rapido giro in paese ,piccola spesa per la cena -spaghetti e pomodoro – e in ostello a disfare almeno i bagagli per recuperare qualcosa a mettersi ,visto che la roba che abbiamo addosso da 3 giorni cammina praticamente da sola

Con calma sballeremo e monteremo le bici ,ora c’e’ da fare i conti con i quasi 3500 m di altitudine …ma abbiamo qualche giorno per riprenderci ,guardarci intorno e fare un salto in Bolivia in attesa che il resto del gruppo ,fra due giorni, arrivi

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